Nella lunghezza degli abiti possiamo vedere il cambiamento della società: vi è una forbice che decennio dopo decennio taglia via pezzi ormai superflui.
Dopo aver visto sui social Chiara Ferragni indossare la gonna di miu miu e aver pensato “come potrà mai abbassarsi, sedersi,… senza sentirsi in mutande?” Pensiero forse bigotto, ma soprattutto non mi immagino nessun tipo di comfort e praticità.
Però, quello che mi affascina più di tutto, è come solo un secolo fa nasceva la gonna al ginocchio. Infatti, la visionaria Coco Chanel solo dagli anni ’20 comincia a rivendicare il bisogno delle donne di avere un abbigliamento comodo per lavorare, le gonne si accorciano fino al ginocchio.
La gonna midi diventa intramontabile anche per le donne moderne. Dal 1945 in poi, Christian Dior consacra per sempre questo indumento come una vera e propria icona di femminilità e originalità: la vita si stringe, il volume del busto si abbassa, la lunghezza della gonna è appena sotto il ginocchio. Da questo momento in poi le gonne midi si moltiplicheranno in diversi tagli, con diversi tessuti, in infinite stampe: plissettate, con pieghe leggere, a ruota e chi più ne ha più ne metta.
E proprio negli anni 20 nasceva il concetto di “fashion police” nel senso letterale del termine: la polizia poteva piombare in spiaggia e misurare la lunghezza del costume delle bagnanti, e se non era appropriata, le donne venivano coperte e fatte allontanare.
Nel 1960 le donne lottano per avere più diritti e Mary Quant crea la prima minigonna! Sono anni di fermento sociale in cui le donne vogliono affermare la propria personalità e identità in una società prettamente maschilista.
Se quindi vogliamo attenerci allo stile vintage degli anni ’20 e ’40, le gonne devono rimanere rigorosamente sotto al ginocchio! Se, invece, ci piacciono le contaminazioni, via libera alle minigonne svolazzanti di tutte le forme e colori, abbinandole magari con una camicetta vintage.
Non c’è limite alla fantasia, la parola d’ordine rimane sempre una: “osare per trovare il proprio stile.”