Le pause pranzo, i caffè e shopping annesso con le amiche, le offerte low cost mi hanno indotto ad accumulare vestiti e accessori.
Quando è iniziata la pandemia mi sono resa conto di non aver bisogno di acquistare nulla, se non della biancheria intima. Non solo, molti dei miei vestiti sono rimasti appesi nell’armadio ed inutilizzati nell’ultimo anno: il non essere più uscita la sera, il non aver più ballato, ha reso “inutilizati” molti capi.
In generale, però, sono una di quelle persone che tende ad accumulare e a non buttare via nulla, pienamente consapevole che non entrerò mai più nei pantaloni del completo dei coscritti, mi ostino a tenere il tailleur appeso nell’armadio.
Quanti vestiti comprati per matrimoni ed eventi, indossati giusto un paio di volte e poi lasciati lì appesi!
Però sento il bisogno di andare a cercare la felpa della Energie che tanto amavo negli anni ’90, ovviamente in taglia oversize perchè c’era quella paura che crescessi troppo e che la felpa non andasse più bene. Ancora di più, mi è sempre piaciuto frugare nell’armadio della mamma e continuare a ripetermi quanto fossero brutte le spalline nelle giacche degli anni ’80 ed ogni tanto fregarle qualche maglia o camicia. Quando ho iniziato a ballare lindy hop l’armadio della nonna era ancora più interessante: i vestiti, il taglio dei cappotti, le borse.
Una decina di anni fa, probabilmente, non avrei mai considerato l’armadio della nonna, ora invece penso che un cappotto vintage possa essere quel tocco in più che rende più figo l’outfit, una camicetta vintage su un jeans,… inoltre siamo sempre più attendi ai temi di inquinamento ambientale: riutilizzare capi di abbigliamento, dargli nuova vita ed evitare sprechi aiuta il pianeta.
Avere il vestito giusto per quella serata, per quella esibizione, per quel colloquio, mi ha sempre aiutata a sentirmi più sicura! Piume, lustrini e un bel rossetto rosso appagano la vista e spero sempre che rendano meno visibile un errore quando si balla.
Anche grazie alla pandemia, spopolano sempre di più le app in cui si possono acquistare o rivendere capi vintage. Il vantaggio è di poter fare shopping low cost cercando di liberare l’armadio.
Tra le app più famose ci sono Vinted, Vestiaire Collective, Humana Vintage…
Vinted nasce nel 2008 da un’idea di Milda Itkute e Justas Janauskas, Lituania ed ora è una community in crescita di 34 milioni di utenti che condividono la stessa passione per il fashion ed il consumo responsabile.
E voi siete accumulatori seriali o vi liberate dei vestiti che non mettete più?
Acquistate o vendete attraverso app di abbigliamento vintage?
Abbastanza accumulatrice…. Fino a quando mi rendo conto di stare davvero esagerando e li regalo ad amiche o alla Caritas.
Tranne alcune cose che non darò mai via perché custodiscono troppi ricordi.