Se vediamo frange, piume e lustrini a cosa pensiamo?
Al charleston e alle Flapper!
Le Flapper Girls sono il simbolo di una prima emancipazione femminile che si esprime intorno al 1920: trucco eccessivo, gonne corte e caviglie in mostra, capelli corti. Erano note anche per una sensualità disinvolta e libera, bere alcolici, fumare in pubblico e guidare automobili come facevano gli uomini. Le Flapper sono donne emancipate, donne che lavorano. Ascoltano il jazz e sembrano quasi delle bambole: ombretto alla smokey eyes, ciglia lunghissime, pelle chiarissima. Labbra e unghie perfettamente rosse.
Gli abiti delle Flapper erano caratterizzati da una vita molto bassa, spostati all’altezza dei fianchi, in cui la parte terminale della gonna era formata da innumerevoli file di perline in vetro, da frange in seta o da file di piume, che durante la danza si muovevano ondeggiando e luccicando seguendo i movimenti del corpo. Gli abiti charleston erano spesso corredati con cappelli-acconciatura a rete in pendant con la parte terminale dell’abito, o fasce con al centro grandi piume.
Mentre per l’uomo, i cappelli degli anni ’20 dipendevano in gran parte dalla classe a cui appartenevi. Se appartenevi ad un ceto borghese, avresti posseduto un fedora. Quelle fedora erano passioni degli stili gangster, della classe lavoratrice o degli uomini della classe media che si arricchivano, ma mantenendo lo stile associato alla loro stessa classe. Era la prima volta che i cittadini della classe media potevano usare i beni materiali per esprimere chi erano. Se eri di classe superiore, cappello a cilindro!
Classe superiore: cappello a cilindro e cappello homburg.
Classe media: cappello a bombetta, cappello trilby e fedora.
Estate (classe media e alta): paglietta di paglia
Classe operaia: berretto piatto e berretto strillone.
Un altro segreto per padroneggiare lo stile e la grazia della moda anni ’20 è l’abito!
Anche se ha mantenuto un po’ della moda classica del passato, i cambiamenti nel taglio e nel materiale gli hanno conferito un tocco moderno, ispirato all’età del jazz. Gli abiti formali erano ancora in nero come colore standard. Tuttavia, le lunghe code dei decenni precedenti furono sostituite con lo smoking, e la maggior parte degli uomini indossava una camicia bianca sotto. Colori più chiari per abiti formali indicavano lo status sociale di chi lo indossa. I colori più chiari, come i nudi e il bianco erano favoriti dai ricchi. Anche i gessati erano comuni. Le giacche da completo erano monopetto o doppio petto, ed erano realizzate in lana o tweed.
Tra i gangster americani divennero di moda le scarpe Spectator. La Spectator è la scarpa allacciata bicolore! Molto spiritosa, chiassosa anche, se vogliamo. Spesso la vediamo in bianco e nero, in navy e panna, rossa e beige… Decisamente non formale, a tratti sfacciata è ottima per attirare l’attenzione: se è facile trovarla nel classico vitello spazzolato, non mancano le versioni in vernice. Negli anni ’20 e ’30 erano considerate di dubbio gusto, troppo vistose e associate allo stereotipo della persona di dubbia moralità.
Come suggerito da Gianni e Aldo, possiamo ritrovare questi look nei film:
Il Grande Gatsby nella versione del 1974 con Redford
(vincitore del premio Oscar per i migliori costumi).
Era mio padre, di Sam Mendes.
Le contaminazioni fanno parte del mio stile: prendere spunto dal vintage per fare shopping. Ad esempio, in questa foto indosso un abito con paillettes e frange di Zara, guanti Miu Miu e le immancabili scarpe Clave Loca.
Anche le collezioni autunno inverno 2020-21 ci vengono in aiuto, con frange e piume e quel desiderio di libertà!
E le frange non si trovano solo sugli abiti, ma anche su borse e cappotti!!
Non ci resta che immaginare il nostro outfit, in attesa di sfoggiarlo scatenandoci in pista con un charleston… non appena si potrà!
Thank you!!1